Un romanzo assolutamente da leggere.
Un tuffo nell’immenso cambiamento che intercorre tra adolescenza e età adulta, legato in modo indissolubile a chi eravamo, cosa saremmo voluti diventare e cosa siamo nella realtà.
Tra sogni infranti, sbagli, legami interpersonali naufragati nonostante promesse di amore eterno, ostacoli solo all’apparenza insormontabili, perdite, cadute e drammi, Elisa e Beatrice continuano a esistere e ad essere legate da un invisibile filo di emozioni che le avvolge ovunque vivano, si rifugino o tentino di nascondersi.
Un’amicizia improbabile, nata per caso sui banchi della prima superiore, e trasformatasi in una metafora di vita. Osteggiata, malvista, chiacchierata, ignorata, celata e cancellata: una “storia” che ugualmente nessuno riesce davvero a dimenticare.
Attraverso i primi due decenni degli anni 2000, con l’avvento dei social, la trasformazione del mondo del lavoro, le crisi economiche e politiche, Silvia Avallone riesce in queste sue pagine a raccontare qualcosa di vero, di emozionante, di commovente e di drammatico. Tra citazioni letterarie, profondi quesiti esistenziali, domande senza risposta e una realtà che comunque prosegue inscalfibile, le protagoniste ci accompagnano fino ad un agrodolce finale, dove spetterà ad ogni singolo lettore, con la propria unicità, trarre le conclusioni.
Di certo una lettura interessante, molto ben orchestrata, con un punto interrogativo solo un poco più marcato degli altri: riusciamo a condurre la nostra vita per chi siamo davvero?
Articolo di Andrea Antoniotti