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Tre tazze di Tè

di Greg Mortenson e David Oliver Relin

La storia vera di un giovane alpinista, spavaldo ed egocentrico.

Smarritosi durante una terribile tempesta, mentre tentava l’ascesa al K2, Greg, americano con la passione della montagna, trova rifugio, conforto e sostegno nello sperduto villaggio pakistano di Korphe, e durante le sette settimane di convalescenza scopre una realtà, un modo di vivere, una visione della vita che mai aveva neppure immaginato.

Ristabilitosi del tutto, prende congedo da quella umile, povera e sincera comunità montana, non senza la solenne promessa di ritornare tra quelle valli, con un aiuto concreto per quelle strabilianti persone che riescono ad apprezzare la propria esistenza, affrontata senza nessun tipo di comodità, di infrastrutture e sostegni statali.

Greg è un uomo nuovo, si impegna, si documenta, si ingegna; persevera laddove i più avrebbero abbandonato ogni speranza. Combatte i preconcetti di una società fasulla, comoda, mossa da scarsi valori umani. Quasi senza l’aiuto di nessuno, organizza una raccolta fondi con il nobile intento di aiutare bambini, adolescenti e anziani a vivere una vita più degna.

Si trova a combattere contro la politica, contro le holding finanziare, contro gli estremisti religiosi: ma non perde mai di vista il proprio obiettivo.

Determinato, resiliente, coraggioso, in questo libro Greg Mortenson si racconta a viso aperto: ci aiuta a riflettere sulle contraddizioni di un mondo accecato dal potere e dal profitto, ma al tempo stretto ci mostra come le meraviglie esistono, e meritano i nostri sforzi per essere scoperte.

I tradimenti, le delusioni, le coltellate alle spalle possono arrivare in qualsiasi momento, ma se si è convinti dei propri sogni e della propria missione, allora è giusto continuare a lavorare sodo, con la consapevolezza che vi sono sempre nuovi amici, nuovi alleati, nuove persone speciali da conoscere lungo il sentiero della vita.

Tante pagine da leggere a cuore aperto, con la consapevolezza di poterne uscire arricchiti.

Articolo di Andrea Antoniotti