Anche quest’anno molti oratori della Diocesi di Vigevano hanno organizzato una proposta estiva di animazione per i ragazzi. Fin qui nulla di nuovo: apparentemente il solito centro estivo (che per noi è abbreviato in “Grest”), nei soliti luoghi adibiti alle attività oratoriali e più o meno nelle medesime modalità degli altri anni.
Ma come ben sappiamo, la pandemia da Covid-19 ha cambiato gli assetti tradizionali del nostro modo di vivere (dal lavoro, alla scuola alle attività ludico-ricreative) e di conseguenza pure l’impostazione delle attività estive per i ragazzi delle nostre Parrocchie.
E allora? Niente più Centri Estivi? Nulla che possa riportare un po’ di sana spensieratezza, così tanto attesa dopo i mesi della chiusura forzata di tutte le attività, soprattutto per i più giovani? Niente più gonfiabili o partite a Beach volley? Niente più amicizie estive?
Fortunatamente, e quasi miracolosamente, mediante l’approvazione degli organi sanitari ed amministrativi competenti, l’attività estiva ha avuto inizio e si sta ancora svolgendo in diverse realtà parrocchiali, grazie alla tenacia e alla volontà di sacerdoti, insegnanti ed educatori volontari che danno parte del loro tempo a disposizione di questa “estate tutta da vivere”.
Ed è forse attraverso queste piccole cose, come un gioco in compagnia o l’aiuto per lo svolgimento di un esercizio di grammatica o di un problema di matematica, che in ognuno di noi dovrebbe ri-nascere la consapevolezza che il Signore, anche nelle difficoltà e nelle traversie, sa davvero “ri-creare”, nel senso pieno del termine: sa davvero far nuove tutte le cose!
Dalla teoria alla pratica. È con questo slogan che viene data ora la parola ad uno dei protagonisti di quest’avventura estiva 2020: Don Carlo Cattaneo, curato e coadiutore dell’Oratorio San Giovanni Bosco di Garlasco, che ha gentilmente risposto ad alcune semplici domande circa la natura dell’iniziativa estiva e sulle motivazioni che hanno spinto ad aprire le porte dell’oratorio, anche in un tempo difficile e dal futuro ancora abbastanza incerto.
– Estate 2020: grest o summer-life? Che differenza c’è? Quali analogie? Quali differenze? Come si è arrivati a questa proposta?
La proposta estiva che quest’anno l’Oratorio ha messo in campo, sposando il progetto proposto dalle diocesi lombarde, ha l’obiettivo di essere anzitutto un segno per la nostra comunità. Mai come quest’anno ci rendiamo conto di come non sia possibile offrire ai ragazzi una proposta completa che ricalchi il modello già proposto nelle precedenti edizioni. L’idea allora è quella di favorire anzitutto la dimensione della socialità, che in questi mesi di lockdown è mancata pesantemente soprattutto ai ragazzi.
Accanto a questo, il desiderio è quello di aiutare i ragazzi nello studio e nel recupero scolastico, a fronte di un periodo particolarmente difficile, nel corso del quale sono emerse disparità è svantaggi nell’accesso alle risorse della Didattica a distanza.
Inizialmente non intendevamo rischiare una proposta estiva visto il numerose limitazioni, tuttavia il confronto con le famiglie ha fatto maturare il desiderio di tentare di compiere qualche cosa che potesse venire incontro alle loro richieste. Lo stile delle precedenti esperienze di centro estivo (con la sua struttura e le sue risorse umane) hanno costituito la base per elaborare un progetto differente grazie anche alla generosa collaborazione di diverse insegnanti e Volontari.
– Quali sono gli obiettivi che l’ODIELLE (Oratori Diocesi Lombarde) si propone di raggiungere con questo tipo di iniziativa?
Gli obiettivi sono quelli di ogni proposta oratoriana, ossia la formazione umana e cristiana dei ragazzi e il recupero della dimensione comunitaria e delle relazioni che si sono viste sospese in questo tempo di pandemia. Al tempo stesso c’è il desiderio di rendere i ragazzi consapevoli della assunzione di comportamenti responsabili per la tutela di se stessi e del prossimo.
– E a livello diocesano come mai si è dato inizio a questa attività? Con quali obiettivi formativi?
Il vescovo ha richiesto esplicitamente agli oratori di mettersi in gioco facendo rete con le realtà del territorio per aiutare i ragazzi a rielaborare il tempo vissuto in una situazione anomala e difficile da interpretare. In questo senso assunto pienamente gli obiettivi proposti dalle diocesi lombarde e li ha condivisi con i responsabili degli oratori della diocesi
– Andiamo nello specifico: un grest online da casa? O in presenza? Con quale spirito si affronta un’iniziativa di questo genere? Nello specifico dell’oratorio di Garlasco, quali attività sono previste?
– Un centro estivo per fare solo i compiti delle vacanze o per cercare di riallacciare i fili tra parrocchia e giovani e bambini e famiglie?
– Come conciliare misure di sicurezza e socialità?
– L’apporto di internet per bambini e adolescenti è fondamentale nella formazione o la presenza ha ancora molto da “insegnare”?
Rispondo insieme a tutte le domande che mi sembra chiedano essenzialmente di delineare i contorni della proposta oratoriana per questa estate.
Devo dire che ci siamo interrogati molto sul supporto digitale da proporre alle famiglie in alternativa all’elaborazione di un progetto in presenza con i ragazzi e ci siamo detti che probabilmente l’uso eccessivo – che di queste risorse si è fatto in questo tempo di pandemia – meritasse un bilanciamento attraverso esperienze in presenza che favorissero la socialità e l’incontro.
Abbiamo chiesto la collaborazione della scuola e delle famiglie per individuare un numero ristretto di utenti (60) così da poter garantire il rispetto della complessa normativa regionale.
La proposta che ne è venuta fuori e articolata su mezza giornata per cinque giorni alla settimana dalle 9:30 alle 12:30. I ragazzi vedono impegnato il loro tempo per un’ora e mezza nell’esecuzione dei compiti e nel recupero scolastico grazie alla guida di alcune insegnanti e di volontari e nella seconda parte della mattina si svolgono i giochi guidati da alcuni giovani maggiorenni e da un bel gruppo di adolescenti. Chiaramente la scelta dei giochi da proporre è molto limitata per via della normativa ma devo dire che ha stimolato la fantasia degli organizzatori per inventare sempre qualcosa di nuovo.
Non abbiamo utilizzato i mezzi digitali nemmeno per la formazione degli animatori che abbiamo potuto svolgere in presenza grazie alle aperture concesse dalla legge.
Articolo di Silvia Vallè