Cosa proviamo quando pensiamo a “casa nostra”? Quale valore attribuiamo davvero al luogo presso il quale trascorriamo la maggior parte del nostro tempo? Cosa saremmo davvero capaci di fare per difendere il nostro spazio? Per vederlo rifiorire? Per poter immaginare di non doverlo mai abbandonare?
In un’epoca caratterizzata per lo più dal materialismo, dove la soddisfazione di possedere oggetti, vestiti firmati, novità hi-tech arriva ad oscurare il piacere di una chiacchierata tra amici, di un abbraccio, di una serata tra ricordi e confidenze, “Il Grande Albero” ci aiuta, ci stimola, ci costringe a riflettere su noi stessi, sui valori che ci muovono, sul significato che attribuiamo alla parola umanità.
Un libro che ha il sapore della fiaba, ma che si rivolge soprattutto ad adulti, genitori e a tutti coloro che ricoprono ruoli o incarichi di responsabilità. L’importanza di avere sempre un nobile obiettivo da perseguire; la resilienza necessaria per non farci sconfiggere dagli ostacoli della vita; la capacità di resistere alle continue e inevitabili critiche che accompagnano ogni nostra azione e ogni nostra scelta; il coraggio di non abbattersi, il piacere di proseguire il cammino nonostante tutto; la gioia di confrontarsi, la capacità di meravigliarsi, l’apprendere qualcosa da ogni incontro con persone diverse.
Un abete possente, uno scoiattolo determinato ed instancabile, un piccione che capisce l’importanza dell’amicizia e del supporto, un Papa anticonvenzionale. Ingredienti apparentemente assurdi, di una storia che sa stupire, confortare, accompagnare e forse anche migliorare.
Il piacere di un libro che arriva dritto al cuore.
Articolo di Andrea Antoniotti